La logistica cresce sempre di più e affronta temi e problemi ogni anno più complessi e decisivi per la buona riuscita del business, ma fornendo risposte pronte e con risultati importanti.
Da questo punto di vista lo sforzo della filiera può essere considerato un esempio per tanti settori dell’economia italiana, proprio nel paese la cui manifattura è la seconda per importanza in Europa dopo quella tedesca.
È qui che la logistica si integra con le tante realtà produttive del territorio, piccole e grande che siano, che riescono così a raggiungere in tempi brevi il resto del continente, allargando il piano d’azione e aumentando il fatturato.
Di questo e di altro – come i modelli di gestione del customer service, le soluzioni di logistica 4.0, la digital transformation – si è parlato giovedì 8 novembre a Milano, nel convegno di presentazione dei risultati della ricerca 2018 dell’Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet”, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano.
Logistica per l’e-commerce: i numeri generali
Che la logistica corra veloce è chiaro più o meno a chiunque sia solito effettuare i propri acquisti online (parliamo di milioni di persone in Italia e nel mondo), ma a corroborare questa sensazione ci sono anche le cifre, chiare e inoppugnabili.
Anche nel 2018 la contract logistics (nient’altro che il processo di esternalizzazione delle attività logistiche e gestione della supply chain ad aziende terze specializzate in un determinato settore) conferma la propria crescita, con un fatturato previsto di 82 miliardi di euro e un aumento dello 0,6% rispetto all’anno precedente.
Si tratta di un dato che conferma e consolida il trend positivo degli ultimi cinque anni (+1,3% nel 2017, +1,7% nel 2016, +0,7% nel 2015 e +1,4% nel 2014) nel quale un ruolo fondamentale ha giocato anche l’aumento del prodotto interno lordo.
Una macchina paese che funziona, dunque, veicola com’è naturale che sia i benefici anche nel settore del trasporto delle merci.
Importante sottolineare come il settore sia in continuo movimento anche dal punto di vista delle fusioni e delle acquisizioni censite nel biennio 2017-2018, addirittura quaranta.
Segno più anche per il numero di imprese operative, un +2,2% influenzato in particolare dalla crescita importante nell’ambito dei corrieri e corrieri espresso (+11,6%) e gestori di magazzino (+3,4%).
Numeri che hanno ricevuto un forte impulso dall’e-commerce, dall’innovazione tecnologica, dalle nuove start-up e dall’attenzione alla customer experience da parte delle imprese.
Logistica tra innovazione e tecnologia
Siamo tutti connessi, attenti alle nuove tendenze tecnologiche, così come alle possibilità che le nuove frontiere dello sviluppo virtuale fornisce nella vita di tutti i giorni.
La logistica “cavalca” questo trend, tanto che il mercato del 4.0 è il vero grande protagonista del momento.
Grazie alle possibilità di automatizzare alcune attività, di accogliere e trasmettere dati attraverso gli oggetti connessi e decentralizzare il processo decisionale, quasi un operatore su due si aspetta un aumento della produttività.
Più di uno su tre (per la precisione il 37%) prevede invece una maggiore visibilità sui processi, più di uno su quattro (il 27%) una migliore tracciabilità e il 23% una maggiore sicurezza.
Ci sono ancora tuttavia alcune criticità da affrontare e superare: le principali sono quelle legate ai tempi di ritorno dell’investimento in tecnologie 4.0 (i dubbi sono per il 35% degli operatori), alla complessità di comunicazione tra sistemi informativi (23%) ed alla mancanza di competenze adeguate (21%).
“La Logistica 4.0 può spostare i confini nella relazione dell’outsourcing – afferma Marco Melacini, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Contract Logistics – Per coglierne a pieno le opportunità, nei prossimi anni sarà necessario investire in strumenti che consentano di integrare soluzioni tecnologiche basate su sistemi informativi diversi e nello sviluppo di competenze, insistendo su formazione e attrazione di talenti da altre funzioni aziendali e settori”.
Start up e nuovi player logistici
Sono 319 le start-up logistiche finanziate negli ultimi due anni: si tratta di realtà che nell’immaginario collettivo appartengono alla lontana Silicon Valley, ma che invece anche nel nostro Paese si stanno affermando come importanti innovatori.
Sono in totale 5 miliardi gli investimenti totali raccolti per queste neonate aziende, concentrati per la maggioranza (2,7 miliardi) per tutte quelle realtà che si propongono come nuovi player della logistica, spesso su un modello di business sulla fusione tra l’offerta di un servizio logistico e lo sviluppo di un software cloud a supporto.
Un’altra importante categoria di start-up (parliamo di 1,6 miliardi di euro di finanziamenti) sono quelle che lavorano sulla capacità di matching tra domanda e offerta di servizi logistici, che mettono insomma in contatto le aziende che devono spedire merci con quelle che hanno camion vuoti da mettere a loro disposizione. Infine, un’ultima area di innovazione è quella dello sviluppo di software e hardware a supporto delle attività di trasporto e magazzino.
Nel primo caso la soluzione maggiormente attenzionata è quella della gestione della flotta, seguita a ruota da quelle che hanno come protagonista la supply chain visibility, i software TMS avanzati, le analisi dei dati e la gestione di ordini e inventario.
Fra le soluzioni hardware vanno per la maggiore quelle che impiegano macchine automatiche nelle attività di raccolta e gestione dei colli all’interno dei magazzini, ma anche quelle di smart vehicle, wereable devices e packaging solutions.
Una panoramica sulla gestione della logistica
In un mare di innovazione, logistica 4.0 e tecnologia c’è invece tanta strada da fare sotto l’aspetto del servizio clienti.
Basti pensare che quasi un’interazione su due (il 45%) riguarda richieste di informazioni e documenti e l’86% delle comunicazioni avviene ancora via e-mail, telefono e addirittura fax.
Il servizio clienti del fornitore di servizi logistici, inoltre, interagisce prevalentemente con il committente (76% delle relazioni) e solo nel 38% dei casi comunica direttamente con il cliente finale, rendendo il tutto un po’ troppo macchinoso.
Migliorare la proattività nelle comunicazioni da parte del fornitore, una maggiore velocità di aggiornamento e risalita a informazioni e documenti e la possibilità di utilizzare strumenti di machine learning e data mining sono le esigenze della maggior parte dei player in questo campo.
Per tirare le fila del discorso, la logistica sta continuando a perseguire un’ottimizzazione delle operazioni che anche visti gli ottimi risultati sta dando i suoi frutti.
C’è ancora tanta strada da fare per raggiungere il massimo dell’operatività dal punto di vista tecnologico e della semplificazione, ma la direzione, come certificato dall’Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet“, pare quella giusta.